Dalle prime macchine da caffè nell’800 alla macchina del caffè napoletana fino ai giorni nostri
Quanto tempo ci vuole per preparare una caffè espresso? Una manciata di secondi, ma non è sempre stato così. Le macchine del caffè espresso sono nate proprio per velocizzare il processo e riuscire a servire quante più persone ma di sicuro, un paio di secoli fa, la velocità non era la stessa. Insieme scopriremo l’evoluzione delle macchine da caffè espresso e come nasce la macchina da caffè napoletana, la cosiddetta cuccumella.
Quando nasce la macchina del caffè espresso?
Rivoluzione industriale vuol dire dinamismo, crescita, e soprattutto bisogno: più l’economia cresce, più la popolazione aumenta, più la richiesta si fa pressante.
Proprio in questo periodo storico in cui si rese necessario l’utilizzo di un marchingegno che potesse preparare quanti più caffè possibile e nella maniera più veloce, fu creata la prima macchina del caffè. Durante l’Esposizione Universale di Parigi nel 1855 fu presentato il brevetto di una macchina da caffè che possiamo considerare il primo antenato della macchina che tutti conosciamo, purtroppo non priva di difetti strutturali: l’alta temperatura modifica il gusto del caffè rendendolo molto acerbo e il livello di caffeina risulta molto elevato.
Dalla Francia ci spostiamo nel 1901 in Italia con Luca Bezzera, un ingegnere che presentò il primo reale modello di macchina da caffè, iniziò a produrla in serie e, poco dopo, ne vendette il brevetto a Desiderio Pavoni nel 1906. Nello stesso anno la Pavoni lancia il modello Ideale capace di servire all’incirca 150 caffè all’ora.
A questo punto si inserisce una figura importante per l’evoluzione delle macchine da caffè espresso. Giuseppe Cimbali (vi dice qualcosa?) inizia a produrre componenti per macchine del caffè presso la sua bottega – questo sta a significare che la diffusione della macchina e il suo utilizzo crescono così a dismisura tanto da rendersi necessario un negozio di ricambi.
Ma la macchina del caffè espresso va migliorata, è necessario trovare un metodo più efficace per l’estrazione del caffè. Qui fa il suo ingresso un altro nome che conoscerete abbastanza bene: Ferenc Illy.
Il generale austroungarico Illy, facendo affari con il cacao e il caffè a seguito della Prima Guerra Mondiale, ha l’intuizione di sostituire nel processo di estrazione del caffè il vapore acqueo con l’aria compressa.
Nasce così Illetta nel 1935, la macchina del caffè espresso che spianò la strada alle moderne macchine da caffè espresso e alle altre invenzioni che di lì a poco si sarebbero succedute: Achille Gaggia e il suo gruppo a pistone in grado di far lavorare la macchina da caffè con la forza meccanica del braccio nel 1938, il primo vero caffè espresso con crema nel 1947 nato dalla collaborazione tra Achille Gaggia e Carlo Ernesto Valente (proprietario di Faema), la diffusione delle macchine da caffè espresso in Italia e nel mondo a cavallo degli anni ’60.
La rivoluzione delle macchine da caffè non si sarebbe fermata, e noi lo sappiamo molto bene.
Macchina del caffè napoletana, conoscete la Cuccumella?
Non esiste napoletano e vero cultore del caffè che non conosca la caffettiera napoletana, chiamata cuccumella, e vi stupirete nello scoprire che la cuccumella è molto più anziana della moka e non ha origini napoletane, bensì francesi.
Il parigino Morize nel 1819 rivoluzionò il modo di fare il caffè ideando la percolazione a capovolgere. Una macchina del caffè costruita con materiali semplici e fare il caffè era davvero facile: si riempiva un filtro con del caffè macinato, si scaldava dell’acqua e la si versava nel filtro facendo sì che attraversasse il caffè macinato. Riempitasi la parte inferiore, il caffè era pronto.
L’invenzione di Morize in patria non ebbe molto successo ma una volta arrivata a Napoli divenne così famosa da essere presente in ogni casa, soprattutto case del popolo che fino ad allora non avevano mai potuto accedere al caffè poiché bevanda per soli ricchi. I napoletani non solo modificarono il materiale con cui la caffettiera di Morize era fatta (dal rame all’alluminio) e ne cambiarono anche il nome in Cuccumella, ma inventarono anche una capsula che racchiudeva il caffè macinato, con un tappo bucherellato all’estremità e collocata nella parte superiore della base della macchina. Una volta arrivata a ebollizione l’acqua, la Cuccumella veniva capovolta così da far passare l’acqua attraverso il caffè macinato, producendo il vero caffè napoletano.
Sono passati esattamente 200 anni dalla sua prima apparizione e anche noi di Caffè Napoli siamo convinti che la Cuccumella abbia rivoluzionato il concetto di caffè e lo abbia reso ciò che è oggi: scienza, arte, passione e gusto.